Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici, che deve esser costituito dal Parroco in attuazione del can. 537 del Codice di Diritto Canonico, è l’organismo ecclesiale di partecipazione e corresponsabilità dei fedeli che affianca il Parroco nelle scelte economiche e di amministrazione delle strutture per garantire una migliore e corretta gestione comunitaria dei beni della parrocchia.
Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici è distinto dal Consiglio Pastorale Parrocchiale ed esercita la propria competenza secondo le norme del diritto universale e particolare.
Infatti, mentre il Consiglio Parrocchiale Pastorale affronta la conduzione pastorale globale della parrocchia, il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici ha il compito di individuare e mettere in opera gli strumenti e le strutture di cui la pastorale parrocchiale necessita, secondo il principio della finalità pastorale dei beni temporali della Chiesa.
Occorre pertanto che tra i due consigli ci sia la massima collaborazione ed un ordinato coordinamento; per cui è stabilita la presenza di diritto di un consigliere del Consiglio Pastorale nel Consiglio per gli Affari Economici.
Scopo specifico del Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici è di coadiuvare il Parroco con il proprio parere e con la propria opera nell’amministrazione della parrocchia (cfr. can. 1280), tenendo conto, pur nel pieno rispetto di eventuali intenzioni degli offerenti, dei fini principali dei beni ecclesiastici e cioè:
– l’esercizio del culto
– le attività pastorali
– l’azione caritativa
– l’onesto e dignitoso sostentamento del Clero e delle persone in servizio parrocchiale.
Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici è composto dal Parroco, che di diritto ne è il Presidente, essendo il legale rappresentante della parrocchia a norma del can. 532, dagli eventuali vicari parrocchiali e da almeno tre parrocchiani designati dal Parroco, sentito il parere del CPP. Il Consiglio nella sua prima seduta designa al suo interno il segretario.
I consiglieri devono essere eminenti per integrità morale, attivamente inseriti nella vita parrocchiale, godere buona stima tra i fedeli, capaci di valutare le scelte economiche con spirito ecclesiale e pastorale, possibilmente esperti in materie giuridiche, economiche o tecniche.
Essi prestano il loro servizio gratuitamente.